Non è una bella esperienza tornare a Milano il 21 agosto dopo 15 giorni di mare. Mi sento come il Calippo Fizz all'equatore, un po' nero, sia per l'abbronzatura che per l'umore della vacanza già conclusa.
Il deserto urbano milanese è inquietante, stamattina sembravo Ken il guerriero che attraversava il deserto dopo la guerra galattica: ho pensato allo scioglimento dei ghiacciai e ad un'ondata di suicidi collettivi. Anche i cinesi sono in ferie, siamo sul set di "Fa la cosa giusta".
Arrivo a casa a bordo di un cammello ATM, infilo le chiavi nella serratura e lo scenario si presenta chiarissimo: questa casa non è un albergo, ma un centro termale. Sono talmente accaldato che una zanzara è morta ustionata dal mio sangue. Durante il pranzo, l'acqua del frigo era già brodo tra l'antipasto e il primo.
Questa notte il telo da mare sostituirà le lenzuola: preferisco sudare gradualmente per tutta la notte che espellere 5 litri di sudore per recuperare il ventilatore in solaio. Paradossalmente l'unica salvezza è l'aria condizionata in ufficio sperando che il caldo notturno non mi sciolga. Bentornato a Milano SasaFreek.
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